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Sandali flat: perchè quelli capresi sono i più belli
Se esiste una scarpa semplice, elegante e comoda si tratta sicuramente di un paio di sandali flat.
I sandali sono tra le calzature più amate e sorprendentemente, anche nelle stagioni più fredde, trovano spazio nelle scarpiere. Che le si indossi a casa dopo una giornata di lavoro o per le vie della città restano sempre la calzatura più semplice e bella che possiamo indossare.
La Storia vuole che siano anche le scarpe più antiche del mondo. A partire dai Romani si sono diffuse in lungo e in largo conquistando lo spazio e il tempo. Di tutti i sandali flat però, ce n’è un modello che ha fatto decisamente più scuola degli altri: stiamo parlando dei sandali capresi. I sandali capresi (o Positano) sono di cuoio battuto e hanno una striscia di pelle che passa tra le dita del piede e un cinturino che la assicura alla caviglia.
La storia dei sandali made in Capri inizia molto lontano e ha conquistato i cuori e le scarpiere di VIP in tutto il mondo. Indossare un paio di capresi significa vivere una vita rilassata, fatta di agi, comfort e, perché no, anche un po’ di lusso.
In questo articolo racconteremo la storia dei sandali capresi e passeremo in rassegna tutte le celebrità che sono diventate con gli anni delle vere e proprie icone di queste scarpe. Che la passerella abbia inizio!
Sandali flat made in Capri: la storia
Capri, anni 30. Non 1930, ma proprio 30, dopo Cristo. Gli abitanti dell’isola sono semplici pescatori e artigiani, che lavorano incessantemente per sostenere le proprie famiglie e la città tutta. In quegli anni ricevettero una visita inaspettata: l’Imperatore Tiberio in persona sbarcò a Capri.
Passato lo stupore la prima cosa che tutti notarono furono i calzari che indossava ai piedi. Dei sandali con una bellissima striscia di pelle attorno alla caviglia. Quel semplice dettaglio poteva sembrare insignificante, ma permetteva all’Imperatore di camminare sicuro anche sul ciottolato irregolare dell’isola. Bastò poco perché gli artigiani si mettessero al lavoro e producessero centinaia di quei sandali bassi.
Capri, anni 40. Questa volta 1940, sempre dopo Cristo. La prossima star a visitare l’isola dopo Tiberio fu Diana Vreeland, la direttrice di Vogue America. In cerca di ispirazione per la nuova collezione, Diana fu folgorata dai sandali bassi degli abitanti di Capri. Erano semplici e sembravano comodissimi: al cinturino di Tiberio negli anni si aggiunse anche la fibbia di pelle tra le dita, così da ancorare ancora di più il piede alla scarpa.
La collezione ebbe molto successo e quei sandali bassi divennero ufficialmente i sandali capresi. Capri passò dall’essere una piccola isola sconosciuta a una capitale glamour, che con la sua semplicità aveva avuto un impatto sugli armadi di gran parte del mondo.
Sandali bassi capresi: uno stile da VIP
Il successo di Capri nei primi decenni del Novecento crebbe sempre di più e fece dell’isola una meta per i VIP d’Italia e d’America. Chiaramente i sandali bassi capresi erano ormai diventati un simbolo e da allora non hanno mai smesso di esserlo. Eleganza e sobrietà le due parole chiave che li descrivono.
Tutte le dive hanno indossato sandali capresi: da Audrey Hepburn a Brigitte Bardot, da Anita Ekberg a Sofia Loren, da Soraya a Julia Roberts, solo per citarne alcune. Una menzione speciale va sicuramente a Jackie Kennedy che personalizzò il sandalo caprese inserendo la mitica “K”.
Quello che fa dei sandali bassi capresi una calzatura coi fiocchi sono innanzitutto i materiali con cui sono fatti: cuoio e pelle, rigorosamente cuciti e non incollati, fatti dalle mani sapienti degli artigiani dell’isola che tramandano di generazione in generazione le proprie tecniche.
I sandali capresi erano, sono e saranno un simbolo della moda italiana, di qualità e bellezza.
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